Da L’unione Sarda 18/05/23: Cabras, una cena con camerieri d’eccezione

Venerdì 26 maggio i clienti del Tharrae, a San Giovanni di Sinis, verranno accolti dai ragazzi della cooperativa sociale Sea Scout.

Al grande giorno non arriveranno impreparati. Dopo mesi di formazione ora sanno come si serve un piatto, come chiedere al cliente cosa desidera, quali sono le pietanze del giorno e tanto altro ancora. Per diversi ragazzi che frequento la cooperativa sociale Sea Scout, che svolge attività educativa e di inserimento sociale attraverso lo sport e non solo per persone con disabilità motorie e svantaggi cognitivi, arriva una nuova esperienza. Venerdì 26 maggio diventeranno camerieri per un giorno con tanto di divisa.

I giovani accoglieranno i clienti del ristorante Tharrae, a San Giovanni di Sinis. Si tratta dell’appuntamento di “Sea Scout Community”, un progetto di avvicinamento alla comprensione delle persone con disabilità.

Riccardo La Porta, presidente della cooperativa spiega il progetto: «Nasce per prendere consapevolezza che il lavoro non è solo fonte di remunerazione ma di dignità sociale. L’obiettivo è quello di far ragionare sulle possibilità di assunzione. In Sea Scout non ci districhiamo in inutili tirocini che non sfociano mai in una reale assunzione, ma formiamo le persone con disabilità a conoscere il mondo e le professioni». «L’obiettivo – spiega ancora La Porta – è quello di far ragionare sulle possibilità di assunzione, anche se sono estremamente realistico sulle molteplici incongruenze legislative, che sfavoriscono l’assunzione reale. In Italia il 6,7 % della popolazione ha una disabilità, e anche se circa 550.000 persone hanno una disabilità intellettiva, 1 italiano su 4 afferma che non gli è mai capitato di avere a che fare con persone disabili».

«Gli esercenti, con le loro attività commerciali – conclude La Porta – sono la categoria che più ha la probabilità di doversi interfacciare con persone con disabilità. Entrando a far parte di Sea Scout Community, l’esercente diffonderà il messaggio che è pronto ad accogliere e servire senza la necessità che gli si “spieghi due volte”».